Però a volte fa così, ti allontani un momento, e ti vedi come un estraneo che si affaccia nuovamente ad un balcone sconosciuto, quando invece non è così.
Per fortuna, ti dici, ma sei in parte giustificato, in fondo è la Francia, non è casa tua, per quanto...
Partiamo dall'inizio.
Siamo partiti in tre, Luca Chiarotti, Francesco Mariotti ed io, l'Accademia Nemo quasi al completo, il quarto, Lucone Iacopozzi, è rimasto a casa.
Io a Firenze fino dal lunedì, a causa di una intera giornata di lezione, avevo spippolato tutta la mattina del martedì sul computer per ulteriori informazioni, le previsioni del tempo, ad esempio, le dava come pessime, giornate cariche di pioggia con finale imbiancato dalla neve per un breve e repentino abbassamento della temperatura. Sballate in pieno, per fortuna, è piovuto, è vero, ma non è stato drammatico come sembrava, anche delle giornate illuminate dal sole, seppur variabili, e di neve neanche l'ombra. Questo tuttavia ha condizionato alcune scelte.
In ritardo sulla tabella di marcia, come sempre: molte cosa da fare, chi lavora, carica i libri (presenti con La Città delle Nuvole, la casa editrice contigua alla scuola, avevamo come negli ultimi anni uno stand nel padiglione Para BD, uno spazio di prodotti correlati al fumetto, un bel padiglione adiacente al bellissimo mercato coperto della cittadina francese), entra nella zona ZTL, chiedi i permessi le solite ultime cose, insomma, un ora e un quarto di ritardo.
Alla guida di una Peugeot 5008 presa a noleggio per l'occasione e caricata fino all'inverosimile, siamo partiti intorno alle 19,45, alla guida il sottoscritto, su una vettura che si impennava con la punta, tanto era carica in coda, temevamo raschiasse il terreno con la marmitta, la povera voiture française. Lo si capiva anche dal motore, seppur di buona potenza, che la ripresa e lo sprint non potevamo pretenderlo, nonostante facesse di tutto per dimostrare la sua valenza, il carico la appesantiva notevolmente, troppo.
Decisi a fare più strada possibile, siamo partiti!
Direzione sud della Francia: Cannes, Marsiglia, Nimes, Narbonne fino a Bordeaux, un giro più largo e più lungo della direttiva: Frejus-Clermont-Ferrand, ma migliore come strada e come clima.
Volevamo arrivare più lontani possibile ma, visto l'orario e la giornata piena fatta da molti, ci siamo fermati a San Remo per la notte. Non una grande tappa, ma almeno non abbiamo perso tempo a trovare un albergo.
Partenza di buona mattina con Luca alla guida. La giornata è trascorsa tranquilla, c'è ben poco da dichiarare, fermate tecniche per emergenze idriche e spuntini nelle aree ristoro francesi che conosciamo per il grande assortimento di tramezzini e panini preconfezionati.
Il mutamento del clima è sopravvenuto verso Narbonne, al cielo terso e pulito che ci aveva accompagnato fino a lì, le nuvole ed il grigiore prima, e la pioggia successivamente ci ha dato il benvenuto ad Angouleme. Una pioggia insistente e quasi nebulizzata, uggiosa direi.
Il fantastico trio: Casini, Mariotti e Chiarotti.
Quest'anno la Mosquito Editions, vista la quantità degli autori presenti, mi aveva preso una camera diversamente collocata dalle manifestazioni precedenti, distante da dove alloggiava il gruppo seppur più vicina al centro città, ma che da Google Map risultava distante comunque quasi due chilometri. Io invece di rimanere con i miei soci e compagni di viaggio, avevo deciso di rimanere come sempre con il mio editore francese, mi sembrava giusto fare sentire la mia appartenenza al gruppo, ma viste le previsioni del tempo e le difficoltà che avrei avuto negli eventuali spostamenti per raggiungere la manifestazione, e per contro la disponibilità di posti che i miei soci avanzavano, ho deciso di rimanere con loro, anche se il loro appartamento risultava a Balzac, in un piccolo paesino ai margini della città, e quindi più lontano ancora.
Avrei avuto comunque bisogno di qualcuno che passasse a prendermi la mattina, e Michel Jans (il mio editore) mi aveva già anticipato che avrebbe avuto delle difficoltà.
Comunque sia, è andata così, mi è dispiaciuto anche rinunciare al posto, prima perché ho comunque obbligato l'editore a pagare l'appartamento quando potevo evitarglielo, e nei giorni seguenti perché è emerso che le previsioni erano state più drammatiche della realtà delle cose, e forse sarebbe stato tutto superabile, il bello è che Michel, Christine e Jean-Marc sono prima di tutto amici, e non ne hanno fatto una tragedia, ed ogni cosa è andata a posto senza drammi.
Per inciso, ma non lo sapevamo fino a che non siamo arrivati, ma l'appartamento che avevamo prenotato era fantastico, ad un unico piano e con un arredamento moderno e funzionale, con due camere dal letto ampie e confortevoli e due bagni bellissimi....ovviamente già opzionato anche per l'anno prossimo.
Camera e bagno del nostro appartamento, uno splendida dependance di una casa padronale, arredata modernamente e dotata di tutti i confort. Peccato non averla potuta sfruttare di più, praticamente utilizzata solo per il pernottamento.
Abbiamo scaricato dall'auto il materiale per l'allestimento dello stand, piazzato le cose da esporre e poi cena ad un ristorante esotico, ed il 28 Gennaio si è concluso così.
Mi sono dilungato più sull'antefatto, la preparazione e la partenza, perché in fondo di Angouleme non ho visto molto, vuoi per il poco tempo disponibile che, destinato alle dediche (sono qui per la promozione di Voodoo Serenade ed i miei altri albi e mi fa piacere e mi sembra giusto utilizzarlo in quel modo), vuoi perché quest'anno era stato disposto un sistema di sicurezza imponente e capillare che limitava l'accesso ai relativi padiglioni e che, in un primo momento, ci aveva anche impensierito per la lentezza che ci imponeva.
I fatti successi all'inizio dell'anno contro Charlie HEBDO, e la conseguente strage degli autori ad opera dei fondamentalisti islamici hanno prodotto già questo risultato, un disagio ed una diffidenza che, forse, si è stemperato solo un po' nei giorni seguenti, perché la sécurité ha incominciato a riconoscere (senza però abbassare mai la guardia) gli addetti dei relativi padiglioni.
Infatti, a differenza delle altre edizioni, sono stati chiusi tutti quegli accessi laterali che permettevano un affluire/defluire di standisti e visitatori evitando di ingolfare le entrate principali e quindi, nella riduzione degli accessi, ne è emerso un relativo rallentamento e formarsi di code congestionante, seppur non drammatico.
Per fortuna per "gli addetti ai lavori" e cioè per i possessori delle tessere di espositori ed autori, c'erano delle corsie preferenziali che ne agevolavano l'accesso, tuttavia questo, almeno nei primi giorni, mi ha impedito comunque nei ritagli di tempo delle relative soste di accedere anche al padiglione degli editori in Champ de Mars, poiché pure lì c'erano code in corrispondenza di quegli accessi.
Per cui in un primo momento ho visto soltanto il padiglione Nouveau Monde, quello dove era presente lo stand Mosquito, ilo Para BD dove era collocato quello dell'Accademia Nemo e la Casa delle Nuvole, e solo successivamente quello degli Editori di Champ de Mars, dove ho potuto acquistare alcuni albi.
Passando, ho avuto anche il tempo di vedere il padiglione allestito per il fumetto Cinese, interessante anche se con chiare influenze manga, in mezzo al centro pedonale della città, tra Champs de Mars e l'Hotel de la Ville.
Esposizione allo stand La città delle Nuvole.
Un bellissimo tromphe l'oeil della città, Angouleme ne è piena.
Ho intravisto degli italiani en passant, qualcuno direttamente, qualcuno annunciato ma alla fine se dovessi enumerarli non sono moltissimi, almeno quelli che ho visto personalmente, mi dicono fossero di più, comunque tra gli autori conosciuti: Davide Fabbri, Baldazzini, Gradimir Smudja (serbo ma italianizzato da tempo), Fabrizio Pasini, il simpatico Paolo Cossi, l'amico Piero Ruggeri e poi addetti ai lavori come Giorgio Zambotto, Fabio Gadducci con il suo nuovo progetto di un Festival di Fumetto, Roberto Davide Papini, giornalista della Nazione con il quale abbiamo condiviso il mio primo viaggio ad Angouleme e che mi ha "estorto" una video intervista con il suo Iphone, l'altro giornalista Angelucci che invece mi ha catapultato, mio malgrado, in una trasmissione di Radio Popolare facendomi intervistare per telefono. Poi è passato Emanuele Di Giorgi di Tunuè, incontrato Claudio Curcio di Napoli Comicon, Camilla Patruno et son mari, monsieur Marmonnier, Vicenzi e qualche altro giovane disegnatore italiano in cerca di contatti per lavorare, di cui mi si scuserà se non ricordo i nomi.
E poi tra i francesi moltissimi direttori di Festival, conosciuti o meno (questa è un'occasione in cui si ricevono molti inviti per dei festival a cui parteciperemo durante l'anno), Michel Suro di Bellegarde, Claude Hayoz di Bedemania, Denis e Pierre Frigau di Illzach, Bruno Genini di Blois, e poi quelli di Gradignan, Basillach, Strasburgo, ho incontrato un paio di volte il mio amico Shovel, disegnatore conosciuto alla Reunion e grande bikers, l'amico Alexis Nolent, in arte Matz ed il critico di BD Gilles Ratier.
E poi gli autori Mosquito con cui h condiviso dediche e cene, Jean-Yves Dardel, Marc Wasterlain, Capucine Mazille e l'amico di sempre Lele Vianello, con cui abbiamo non solo condiviso cene e pranzi ma anche qualche bella passeggiata digestiva, condita dalle solite amabili chiacchiere che è un piacere fare con una persona come Lele, genuina e senza fronzoli, aperta a qualsiasi argomento e disponibile con sensibilità all'ascolto, priva di invidie e meschinità e di cui sono davvero molto orgoglioso di essere amico.
Non vorrei sembrare in odore di convenevoli ma la compagnia di tutta la Mosquito è stata come sempre incomparabile, oltre ai soliti Christine, Jean-Marc, Jacques, Elisa (che in realtà si è vista poco) quest'anno si sono uniti alla brigata anche la coppia Patricia e Jean-Jacques che conoscevo da precedenti occasioni ma che quest'anno ho avuto modo di conoscere ed apprezzare ancora meglio, riscontrando in loro una simpatia, una gentilezza ed una disponibilità davvero sincere.
No, non trascuro Michel, ma con lui oramai c'è un rapporto che va ben al di là della semplice relazione tra editore e autore, c'è un'amicizia fondata sul rispetto, la stima reciproca e la condivisione di molte altre cose.
Spero di non dimenticare nessuno, in tal caso spero mi si perdonerà.
A dire la verità, dopo tanto buonismo devo anche segnalare che mi sono un po' arrabbiato del fatto che il venerdì pomeriggio, e cioè dopo soli due giorni (neanche completi) della manifestazione, il mio Voodoo Serenade, la novità in anteprima e per la quale praticamente ero in promozione, per l'occasione era terminata. Michel ha ammesso di non avere preso almeno un altro paio di scatole dell'albo, lasciandole perciò a Grenoble.
Sì, lo confesso, mi sono incazzato.
La mia arrabbiatura era nata in realtà per il timore di rimanere con le mani in mano, con albi da dedicare di qualche anno fa (anche Fragments era già terminato da un paio d'ore), rischiando di vanificare non solo tutti gli sforzi di realizzare in tempo l'albo, ma col rischio di avere fatto un viaggio lungo e stancante quasi per niente.
Però, come ho detto precedentemente, non posso arrabbiarmi con Michel, non ne sono capace, e poi le mie paure sono svanite subito quando ho visto l'affluenza delle persone alla ricerca delle mie dediche dei giorni successivi, al punto che la domenica pomeriggio erano terminati tutti i Moonblight Blues e tutti gli albi (dell'intera serie) di Hasta la victoria!, considerando che del primo numero siamo già da tempo alla seconda ristampa.
E quando si vende i vecchi, va da sé che i nuovi si vendono di conseguenza, ho finito così per lasciare sul tavolo solo sette od otto albi.
Con soddisfazione di tutti. Me per primo.
Lo stand Mosquito in assetto di guerra, in primo piano Patricia, e poi alle dediche nell'ordine: Lele Vianello, Jean-Yves Dardel, il sottoscritto, sullo sfondo Jean-Marc e Jean-Jacques, manca solo Wasterlain.
Assortimento di dediche. Spiccano per originalità un 2CV richiesto da un cultore di auto d'epoca (che per intendersi ha apprezzato l'opera fatta a "memoire"), e l'ultimo, un romantico che voleva uno scorcio panoramico con tanto di autobus, presente nelle prime tavole della storia...boh?
Mi è dispiaciuto solo per l'ultimo lettore in cerca della mia dedica, paradossalmente un italiano, ero in chiusura ed in ritardo, i miei amici mi aspettavano per partire, ed avevo già derogato con un francese che mi era dispiaciuto mandare via senza dedica ma che era davvero oltre il limite che avevo prefissato.
Avevo già riposto il materiale nell'astuccio e stavo per andarmene quando si è avvicinato al tavolo e ha preso l'ultimo Cuba 1957 rimasto, mi ha guardato in faccia ed ha detto il mio nome, oltre ad una serie di complimenti che qui non riferirò...non ho resistito, ho ripreso la penna e gli ho firmato il volume con il rimpianto di non potergli fare un disegno, poi lui mi ha stretto la mano con forza e mi ha detto una cosa che non dimenticherò, cosi come non dimenticherò il suo nome.
Grazie, Fabrizio.
Con i miei soci ho condiviso un paio di cene, le tarde nottate e le colazioni, ma lo sapevano che io in questi contesti sono uccel di bosco, sono ben più che soci, sono cari amici anche loro.
La cena a cui mi dispiaciuto non andare, ma dovevo per obbligo di parte cenare con la casa editrice, era quella insieme a Bobby Chiu, Kei Acedera, Costance (amici oltre che nostri dirimpettai dello stand) e la Claire Wendling, ma abbiamo avuto modo di presentarci e ricordarci reciprocamente un contatto avuto un paio di anni fa su un social network e poi, immagino, ci saranno altre occasioni.
Cena mancata ma foto acchiappata, sono arrivato infatti in extremis, da sinistra: il sottoscritto, Piero Ruggeri, Claire Wendling, il compagno dell'autrice francese, Kei Acedera, Bobby Chiu, un simpaticone infiltrato, Costance e Francesco...François per l'occasione.
La mia Angouleme finisce praticamente qui, la marcia degli autori che protestavano per i loro diritti (e che sembra siano stati ascoltati dal ministro francese che si è preso l'impegno di interessarsi alle loro esigenze, esattamente come in Italia) l'ho intravista superandola mentre andavo di corsa allo stand per le dediche, ma mi sono accorto di averla attraversata solo vedendo le foto successivamente postate su Facebook da amici, mi ero dimenticato dell'evento ampiamente annunciato, così come mi sono dimenticato di cercare la rivista Casemate, dove dovrei avere un disegno pubblicato in occasione della commemorazione degli autori di Charlie HEBDO e che, se non ho letto male, verrà ristampata.
Non ho visto mostre, esposizioni ed eventi...me ne è mancato il tempo, oltre al fatto che non riesco a vivere mondanamente un evento che, volendo, potrebbe anche esserlo.
Dall'alto in basso, la mostra di Jack "the King" Kirby, e uno splendido acquerello Sam Watterson, autore dei rappresentati Calvin and Hobbes, mostre che, rispettivamente, NON ho visto.
La mostra del fumetto cinese che, invece, sono riuscito a visitare.
Al Mercure mi ero prefissato di andarci il sabato sera, è il punto d'incontro delle grandi case editrici, degli editor, degli autori e di tutta quella pletora di persone che amano essere dove gli piacerebbe essere, anche se non avrebbero titoli per farlo, come ovunque sul pianeta. Ma il sabato sono arrivato troppo presto, c'era ancora poca gente e nessuno che conoscessi, le cene non erano ancora terminate ed io ho preso armi e bagagli e sono andato da Luca e Francesco che cenavano in un ristorante vicino a Champ de Mars con Bobby, Key e Costance.
Siamo rimasti a cazzeggiare per un po' poi, avendo la macchina al parcheggio sotto al mercato di fronte al Mercure ci sono ripassato, questa volta ad un'ora giusta, un'ora in cui sarebbe dovuto essere pieno come lo ricordavo in altre occasioni, ma non era così, ancora nessuno che conoscevo e, dopo un breve perlustrare ed aver scambiato una battuta con la sécurité che mi aveva già visto entrare precedentemente, ce ne siamo andati a dormire.
Preciso, la mia ostinazione non è dovuta tanto al fatto di "esserci", non me ne frega un emerito tubo, ma piuttosto perché essendo il punto di concentrazione degli autori della manifestazione (come una volta era l'Hotel Napoleon a Lucca, decenni fa), è l'occasione per incontrare colleghi nazionali (e non) che non solo non si incontrano altrove ma che spesso sono sconosciuti in Italia perché lavorano esclusivamente per il mercato francese, e quella è un'occasione simpatica per fare due chiacchiere, ed a questo sì, rinuncio malvolentieri.
Selfie durante una cena a l'Esperance, il ristorante che la Mosquito arricchisce ad ogni edizione della manifestazione, nell'ordine: io, Lele Vianello, Jacques, Jean-Jacques e Patricia.
A questo punto, se dovessi enunciare un comun denominatore della manifestazione, direi una diminuzione notevole di presenze, o almeno la netta percezione che sia così. Il giovedì, la giornata iniziale, forse anche per colpa del brutto tempo c'era davvero poca gente, in altre occasioni è stato più difficile fare comparazioni, ma da Chez Paul, ad esempio, il ristorante dove andiamo a pranzare abitualmente, dove ogni hanno era generalmente difficile trovare posto, quest'anno c'era scelta in abbondanza.
Le ragioni possono essere molte, qualcuno ha detto la "paura", forse, i fatti di Charlie HEBDO sono ancora del tutto freschi e molto sentiti e per qualcuno un possibile attacco indiscriminato in un'occasione così popolare può avere fatto da detrattore, forse a causa di una crisi che ha colpito duro anche da queste parti, parlando con colleghi francesi sono emerse considerazioni simili a quelle che sentiamo a casa nostra, probabile anche una contrazione del mercato o d'interesse del medium, l'iperproduttività del mercato editoriale francese, ricco fino all'eccesso di proposte di ogni tipo potrebbe anche implodere per eccessiva offerta.
Non voglio anticipare niente, e mi sbaglierò sicuramente, i dati ufficiali saranno probabilmente diversi dalle mie sensazioni, ma questa rimane comunque la mia percezione.
Dopo i saluti in casa Mosquito sono finito allo stand dei miei soci, eravamo già in ritardo (come sempre), abbiamo caricato le poche scatole rimaste, e per questo l'auto ci ha ringraziato con gioia, sgasando felice, ci siamo mangiati una crepe a testa, per fermare lo stomaco e procrastinare la fermata alla voce:"cibo ed alimentazione", e siamo partiti intorno alle 18,30.
Alla guida Luca, preso da un fervore intrepido figlio sicuramente della felicità di tornare a casa, ha condotto con piglio sicuro la vettura per molte ore, io piuttosto stanco per il tour des forces delle dediche mi sono appisolato a sprazzi durante il tragitto.
Poi, complice la serata che si era nel frattempo rischiarata, il traffico davvero esiguo ed una luna che illuminava il paesaggio circostante, abbiamo deciso di fare una lunga tirata fino in Italia, evitando le perdite di tempo nella ricerca di un albergo ed il rischio di trovare, nella mattinata successiva, il traffico dei lavoratori sulle autostrade.
Dopo avere cenato nei dintorni di Carcassonne, siamo ripartiti con Francesco alla guida, o era ancora Luca, non ricordo, fatto sta che mi sono addormentato e mi sono svegliato praticamente ad Albenga alle 4,20.
Dopo Genova ho preso il volante in mano, facendo riposare gli altri e conducendo l'auto fino a Cecina dove siamo arrivati alle 7,20 di mattina.
Giusto in tempo per salutare Elena che andava a scuola, ed Alberto a lavoro.
I miei pards hanno ripreso la via di casa sciroppandosi ancora almeno altre due ore e mezza di traffico, e per questo gli sono nel cuore.
Ci siamo divertiti e siamo stati bene, e la mia nuova immersione nel mercato francese è andata oltre le più rosee aspettative e ricca di ulteriori conferme.
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