topolino


22 maggio 2013

Giro d'Italia senza maglia rosa.

Ci sono periodi e periodi.
Questo, intanto, è passato.

Sono reduce da un poker fatto di quattro week-end fumettofili in quattro diverse località italiane, ognuna caratterizzata ovviamente da differenze e particolarità.
Andiamo con ordine:

Napoli Comicon 26-28 Aprile.

Lo ricordavo a Castel Sant'Elmo, e sapevo anche che avevano cambiato sede per necessità di capienza ma, come spesso mi accade, il ricordo è spesso più forte della realtà e vi si sovrappone annullando le informazioni che conosco, per cui una volta che mi sono trovato alla Fiera d'Oltremare, ci sono rimasto male perché è come se non me lo aspettassi.




Lo spiazzo antistante gli spazi espositivi, casualmente nella foto non si vedono (se non a debita distanza) i numerosi cosplayer, fidatevi, c'erano.


Lo so: business is business dicono gli americani che ne hanno fatto il loro undicesimo comandamento, ma a me le mura del castello piacevano di più, le sue ombre, il clima umido raccolto e coinvolgente con le atmosfere che si respiravano, a me sono mancate.
Inoltre, ancora debitore della sincerità, la massa di cosplayer ammucchiati nell'immenso spazio antistante le aree espositive l'ho trovata quasi insolente, e mi ha sbattuto in faccia un'istantanea considerazione che non mi ha più abbandonato, e cioè la convinzione che i veri protagonisti della manifestazione fossero loro, e non il fumetto.
Per Lucca avevo tessuto le lodi di questi simpatici personaggi mascherati che con l'allegria ed il colore dei loro costumi riuscivano a portare il loro valore aggiunto alla manifestazione, e confermo questa mia convinzione, ma vuoi perché inseriti in un contesto più urbano e quindi più distribuiti, e perciò meno straripanti, vuoi perché la kermesse lucchese per tradizione, scambi commerciali e novità rappresenta nel bene o nel male il clou del fumetto nostrano e quindi le due anime, per quanto diverse, si compenetrano e valorizzano vicendevolmente integrandosi maggiormente rendendo il tutto molto più omogeneo e meno invadente.

Detto questo, onore a Claudio Curcio ed Alino e al buon Luca Boschi per l'attenzione per gli incontri, gli invitati ed gli autori presenti sempre valorizzati con mostre e spazi autorevoli.
Gli autori che si potevano incontrare erano davvero molti ma non ve li dirò, andateveli a cercare sul sito, fate voi questa fatica se proprio ci tenete, io in quello spazio però non ci sono, ed anche in questo caso non mi chiedete il perché, non lo so e neanche lo voglio sapere. 
Tante sono le cose che non riesco a capire, che ormai mi sono rassegnato.





Ho incontrato il mio amico Thomas Martinelli, l'attrice Stefania Casini e Giancarlo Soldi con cui abbiamo trascorso la serata del venerdì sera sulla terrazza del teatro della Fiera, parlando simpaticamente davanti a delle invitanti mozzarelle di bufala in compagnia di altri autori: di Stefano Disegni e la sua band, Luca Boschi, Alberto Pagliaro,Ausonia, Fior, Igort  tutti ad osservare una pioggia che cadeva incessante, in un panorama che sembrava più irlandese che napoletano.

Allo stand Tunuè per i tre giorni in cui sono stato a dedicare il mio libro, abbiamo visto transitare davanti a noi di tutto, ma non mi è  sembrato che il ritmo di dediche sia stato incandescente, almeno non nella proporzione dei visitatori paganti, segno evidente che la gente circolante era lì per altro ... intendiamoci, c'è chi mi ha detto che ha fatto affari d'oro, per cui il commercio (non chiedetemi di cosa) per qualcuno evidentemente ha funzionato.

Grande incontro il sabato mattina, alla partenza dall'albergo (a circa quattrocento metri di distanza della fiera), colpa di una pioggia tanto fastidiosa quanto incessante, ho chiesto un passaggio all'amico Pierluigi Gaspa che, munito di ombrello, mi garantiva un riparo sicuro. Insieme a lui, pur non avendolo visto c'era un signore che, presentatomi si è rivelato essere Mino Milani, lo sceneggiatore del Corrierino dei Piccoli della mia infanzia e inventore del western per ragazzi Tommy River.

E' stato il momento più bello dell'intera manifestazione, la possibilità di scambiare quattro chiacchere con un mito della mia giovinezza, lo scrittore tra le più belle storie che hanno contaminato la mia infanzia era in mostra con una serie di tavole ed illustrazioni di grandi disegnatori (Di Gennaro, Toppi, Battaglia, Pratt) tratte dalle sue storie, ovviamente. 
La mostra avrebbe avuto un suo senso anche solo per questo incontro.

Ho avuto il piacere di incontrare l'amico Alfonso Rizzo con il figlio Diego, che a causa di un guaio personale, non avevo più visto da tempo, è stato un grande piacere potergli dedicare un altro "disegnino", come li chiama lui.

Chapeau al nuovo fenomeno del fumetto italiano Zerocalcare, che sbaraglia ed ha sbaragliato tutti con i suoi fumetti, segnale incoraggiante per un medium che dimostra una stanchezza che pare irrisolvibile ma che, con personaggi come questi da ancora dimostrazione che si può entrare in sintonia con le nuove generazioni e convogliare nuove energie e sopratutto nuovi lettori sulle pagine disegnate.

Cena del sabato con i bonellidi al ristorante di posillipo "Il poeta" in compagnia di Enoch, Vietti, Artusi, Riccardo De Marino, Carmine, Casini e Soldi, Castelli, i Cestaro Bros, Brindisi, Filippucci, molti autori napoletani etc.

La domenica c'era il sole, proprio l'ultimo giorno, una beffa.


Albissola Comics 4-5 Maggio

Secondo anno presso l'amena località antistante Savona in compagnia degli amici Stefano Grasso e Dario Isopo, i due simpatici organizzatori della manifestazione.
In realtà quest'anno li ho visti poco, presi com'erano dalla gestione di una moltitudine di ospiti da allocare e vezzeggiare.

La manifestazione era e rimane carina, con delle caratteristiche di originalità che, al momento, la distinguono da molte altre (se non tutte), e cioè la possibilità di dare agli autori ospiti spazi in cui esporre i propri lavori ed incontrare lettori ed amici.
L'unico neo, ma ahimè, con gli occhi dell'esperienza era perfino ipotizzabile, l'eccesso numero di autori presenti (intorno alla 60ina e forse più), non perché non possano essere i benvenuti ma perché ne diventa difficile la gestione e, sopratutto, la dislocazione, perché risulta sempre difficile accontentare tutti nella distribuzione degli spazi espositivi, al punto che qualcuno sicuramente si sentirà isolato ed emarginato, è inevitabile. 
Poi noi autori siamo una brutta razza di permalosi e irascibili egocentrici, e se non abbiamo tutte le attenzioni e la considerazioni degli organizzatori ci sentiamo subito trascurati, risultando offesi e stizziti...insomma, bestiacce insopportabili!

Io sono stato bene, nello spazio di Michela Savaia sono stato come un papa, ho esposto le mie tavole, dedicato i miei libri, anche se non "Di altre storie e di altri eroi" che il maledetto corriere non aveva recapitato ma, con somma soddisfazione di Mauro Paganelli de Il Grifo, esaurendo tutti gli integrali di Hasta la Victoria! e altri volumi esposti.



In dedica nello spazio di Michele Savaia.


Ho conosciuto un simpatico Sergio Gerasi, un bravo disegnatore che avevo già incontrato a Lucca (a detta di lui, le ultime tre cene alla Buca di San Giovanni) ma, causa un precoce Alzheimer galoppante, non l'ho avevo memorizzato.
Questa volta l'ho fatto e siamo andati a pranzo un paio di volte, scoprendo un bravo ragazzo (era con l'amico musicista con cui ha realizzato una perfomance il sabato sera) simpatico ed intelligente.
Non aveva un grande spazio, era centrale ma adiacente ad una stanza del bar, disegnava su un tavolino, per cui gli è capitato anche di dare indicazioni ai clienti sull'ubicazione del cesso. 
Ma l'ha presa con lo spirito con cui andava presa, con simpatia e leggerezza, così si è divertito ed è stato bene. Bravo Sergio.

La cena al "Cambusiere", nello stesso spazio dell'anno scorso, a base di pesce e trofie al pesto in compagnia di Alessandro Bocci, Fabiano Ambu e consorti, il simpatico Sandro Dossi e signora e Alessia Martuscello e Alberto Pizzetti, vecchie conoscenze dell'anno passato.
Una passeggiata sul lungomare per smaltire la lauta cena in compagnia dei suddetti e parlando sempre delle solite cose -il bello degli incontri tra autori è che non sono così frequenti, perché siamo di una ripetitività insopportabile- fino all'ora in cui anche il limoncello si era esaurito nella digestione.

La domenica è stata inficiata dal tempo, inclemente come a Napoli, segno distintivo di una stagione -ma si può dire un anno- davvero piovoso ed umido, ha rovinato un po' la festa, meno visitatori e sopratutto meno voglia di girovagare. Il mio incontro con il pubblico è andato completamente deserto, sarà pur vero che la pioggia fa i suoi danni, ma è anche evidente che il fumetto se non è mainstream ha poco appeal...o forse sono io, è bene considerarlo. 
Tuttavia l'incontro è stato interamente ripreso, per cui a richiesta dei più masochisti potrà essere, appena sarà montato, perfino disponibile. 
Che fortuna!
Io lo sconsiglio, ma se proprio volete farvi del male...


Segni d'Autore, Roma 11-12 Maggio

Carlo Bazan è una persona che tutti vorremmo come vicino di casa, di quei vicini con cui però non ti faresti problemi ad organizzare delle cene, che ti passano la chiave inglese perché tu, nonostante ne abbia un costante bisogno, non la compri mai perché sai che ce l'ha lui, che magari ti compra il pane quando tu sei malato e tua moglie l'ha dimenticato.
Insomma, una brava persona. 
Una di quelle persone che sai che esistono perché qualcuno ne parla, ma sai che solo pochi fortunati possono annoverarli tra i loro amici: adesso sono uno di questi.




La sede della Stampa Straniera a Roma dove ho incontrato Annalisa Alphandery della Radio Svizzera che mi ha intervistato per il programma "Sinceramente". 

Mi ha convinto (ed adesso ne sono felice), ad esporre le mie tavole nel suo negozio Segni d'Autore, mi ha proposto un portfolio da realizzare e produrre e mi ha invitato a promuovere il tutto. Evidentemente ho accettato.

Cecina-Roma non sono che tre ore, più o meno, per cui a pranzo ero ospite suo, di sua moglie e di Francesco, il figlio.
Pranzo a base di cucina pugliese: schiacciata, una parmigiana di melanzane e un pollo tipico a base di pomodoro e olive, lo so che sono impreciso, ma gli Artusi presenti mi perdoneranno per la vaghezza. Fatto sta che era ottimo.

Il pomeriggio è passato tra le firme estenuanti del portfolio (circa 990 divise tra i pomeriggio e la mattina successiva) e poi al negozio dove numerosi avventori attendevano il sottoscritto per le dediche di libri e delle illustrazioni.
Un continuum dalle 16,30 fino alle 20,45, questo non tanto per sottolineare la fatica fatta (seppur...) ma per constatare che, se realizzati bene, anche gli incontri in fumetteria possono funzionare, e lo dico proprio a me stesso che ne sono un contrario assertore.

Cena al ristorante messicano adiacente, a base di tortillas e nachos piccanti in compagnia di Sergio e Andrea, due amici che, mi hanno detto in seguito (io non l'avevo notato sulle locandine), pagandosi la cena potevano ulteriormente godersi l'autore mentre tra un amena chiacchera ed un sorso di Corona, si trangugiava la sua meritata cena in un sereno convivio.




L'interno del negozio "Segni d'Autore" sulla Nomentana. 

Carlo è un appassionato di avventura, quella classica, fatta di uniformi multicolori, gesta eroiche e indiani delle foreste, ed ha dato questa identità sia al suo negozio, che ne riflette gusti e passioni, che alle sue produzioni (la saga Deerfield realizzata con l'amico comune Lele Vianello), nonostante le difficoltà del momento e la particolarità delle scelte-che hanno comunque molti estimatori- il coraggio dell'impresa merita tutta la mia simpatia e la mia stima. 

Dediche anche la domenica mattina per quei clienti che il sabato non erano  disponibili, un attenzione non da tutti.
Sono stato bene, grazie Carlo.


Salone del Libro di Torino 17-18-19 Maggio


Mi avevano detto che sarebbe stata un'esperienza da fare, e l'ho fatta.

Mauro (Paganelli editore ed amico) è un saggio ed ha ragione quando dice che al Salone del libro di Torino la gente che corri il rischio di incontrare non è la stessa delle altre manifestazioni alle quali partecipiamo (infatti gli stand puramente di fumetti qui non arrivano a cinque, più o meno) e, solo per questa particolarità, l'esperienza vale la pena di essere vissuta.
E' vero, io che sono un fisionomista incredibile ho visto moltissimi personaggi mischiati con gli avventori comuni, perché diciamocelo: giornalisti e scrittori, se non sono proprio di prima fascia, chi vuoi che li riconosca?

















Gli interni dello spazio espositivo del Lingotto dove si svolge ogni anno il Salone del Libro di Torino. 


La ricchezza (ma sarà poi veritiera dello stato di salute del settore?) ti è sbattuta in faccia con l'imponenza di certi spazi espositivi, qui architetti e designer hanno fatto a gara di creatività per dare al proprio cliente la migliore visibilità, e salta all'occhio il confronto con il salone del libro de L'Avana dove ho partecipato questo Febbraio, dove invece l'essenzialità di una povertà neanche latente era l'unica protagonista, e la democraticità dell'omologazione del rigore rendeva forse tutti un po' più uguali.
Ma non è critica, bensì mera constatazione.

Ho fatto molte dediche, sicuramente di più di quello che mi aspettassi, quello di Torino non è un pubblico di fumetti, per cui la casualità di ciò che trovano e la relativa curiosità degli autori che disegnano dal vivo, sono le uniche possibilità di smuovere il loro interesse, ma ogni conquista è, appunto, un nuovo lettore trovato in spazi non battuti, e questo ha molteplici valori e da un senso alla nostra presenza.

La gente viene per i libri, gli incontri ed i personaggi, quelli conosciuti, quelli che bazzicano la tv, quelli che fanno i pienoni, la prima fascia appunto.
Per cui trovi un mare di gente in attesa di Saviano, la calca ad aspettare Enrico Ruggeri (non ricordo più per cosa), e vedi transitare tranquillamente Massimo Carlotto, Sergio Romano, Pierangelo Buttafuoco o gente in fila per le dediche di Massimo Gramellini.

Varia umanità, i pienoni li producono i passaggi televisivi e la pubblicità strombazzanti, sono cose che si sanno....ma ci sono anche moltitudini di persone ad incontri meno scontati, in angoli curiosi, per ognuno può esserci palco e platea in un curioso bazar dove il protagonista è il libro.
Devo dire caotico e interessante se, come ogni fiera, non durasse troppo, almeno per i miei tempi di sopportazione che, nel tempo, si sono ridotti moltissimo.

Simpatico, come lo sanno essere tutti i napoletani, è stato Maurizio Di Giovanni  ovvero il creatore del commissario Ricciardicon cui ho scambiato poche battute e di cui neanche a farlo apposta ho letto un libro non più tardi di un mesetto fa, autore anche del testo teatrale dal quale è stata tratta la graphic-novel "Gli altri" fumetto pubblicato da Tunuè, e disegnato dal bravo Luca Ferrara ed adattato da Alessandro Di Virgilio.

Ho condiviso un appartamento con Luigi Ricca, l'autore del "Tempo materiale", una graphic-novel pubblicata da Tunuè, un tranquillo palermitano trapiantato a Roma, una persona gentile e mite che con stoicità ha sopportato le mie chiacchere e con il quale abbiamo iniziato la giornata del sabato concedendosi un bicerin (composta, mi sono informato, da una mescolanza di caffècioccolato e crema di latte dolcificata con sciroppo) nel bar sottostante, e il gradevole sapore ci ha dato lo sprint giusto per iniziare quella che, alla fine, si sarebbe rivelata come la giornata più intensa.
La mattina ho avuto il piacere però, in un incontro dettato da una casualità quasi mistica, mi sono imbattuto cioè con un Bepi Vigna dedito alla ricerca di un bancomat.




Presso lo stand multiplayer.it abbiamo incontrato anche gli amici che compongono lo staff  di Dragonero l'ultima serie bonelliana di prossima uscita,  che ne promuovevano il "gioco di ruolo". 
Da sinistra Stefano Vietti, Bepi Vigna, il sottoscritto Alessia Martusciello e, seduti, Luca Enoch e Giancarlo Olivares.


Io e Bepi abbiamo condiviso l'inizio della nostra reciproca avventura con Nathan Never, nostri sono i numeri 3 e 4 Operazione Drago e L'isola della morte, Delirio, L'ultima onda, Cuore di tenebra insomma, anni magici per noi e, credo, anche per la serie.
Non ci vedevamo da anni ed è stato bello ritrovarsi, parlare insieme del più e del meno, dei progetti lo so, c'è il telefono, Facebook ma niente, credetemi niente, e lo sapete bene, vale una bella rimpatriata vis à vis
Abbiamo avuto modo di andare al Salone insieme e ci siamo anche rivisti durante il giorno, mi ha fatto davvero piacere.

Il sabato si è concluso insieme al Ricca nell'unico ristorantino torinese adiacente al nostro appartamento, la pioggia battente ed impetuosa che ha caratterizzato l'intera giornata ci ha inzuppati per arrivare fino alla sua soglia,  impedendoci di fare altro se non infilarci nel primo locale disponibile e, almeno per i nostri parametri, accettabile. Abbiamo consumato una cena a base di zuppetta di ceci ed io, evidentemente più affamato, mi sono anche voluto concedere un filetto di Angus al radicchio, il tutto annaffiato da un paio di bicchieri di nebiolo.
C'è di peggio.




La splendida chiesa di Santa Chiara nella piazzetta antistante il nostro appartamento torinese.


La domenica è risultata un po' amena e fiacca dal punto di vista delle dediche, ma almeno illuminata da un sole convinto e caldo come si addice alla stagione. Sono riuscito a parlare con Antonio Sellerio per una questione aperta che credo si chiuderà, e mi è dispiaciuto non salutare Marco Malvaldi che aveva delle dediche alle 14,00, ma appena una mezz'ora prima ho ricevuto la telefonata da Renzo (lo zio di mia moglie) che doveva riportarmi a casa, facendo così risparmiare a me del tempo e a Tunuè il biglietto di ritorno del Frecciarossa già prenotato.

Non è andata così.

A circa quattro chilometri (poi capirete questa mia precisione) dall'ultimo distributore di benzina prima dell'uscita dell'autostrada e quindi praticamente all'arrivo, la Phedra che al momento stavo guidando, per colpa del sistema elettronico dell'auto ormai andato ed una penna che ne copriva l'indicatore relativo impedendocene la visuale, si è fermata per la totale assenza di carburante nel serbatoio.
Bene.
Le due ore successive sono state contraddistinte da due, dico due viaggi al distributore per rifornirsi del carburante (i 5 litri del primo viaggio sembravano insufficienti), dove nel primo mi sono ripercorso a ritroso i 4 chilometri distanti (ecco da dove viene la mia precisione) ed il secondo che si segnala per la discesa dal cielo di due angeli che, evidentemente non avendo niente di meglio  da fare, avevano deciso di passare di lì, hanno caricato Renzo che aveva deciso di ritornare al distributore e non solo accompagnarlo fin lì, ma attenderlo, uscire dall'autostrada, imboccarla di nuovo in senso contrario e successivamente uscire e rientrare alla prima uscita utile per potergli permettere di tornare all'area di sosta dove lo stavo attendendo.
Se non è un miracolo questo...

Lo so che è una banale constatazione, ma a volte la realtà ci mette di fronte a dei personaggi che crediamo esistano soltanto nella fantasia di scrittori come De Amicis o giù di lì, non è vero, il mondo è pieno di brave persone che si fanno in quattro per aiutare il prossimo se lo trovano in difficoltà.
Non è facile, ma ci sono, e quando le si trovano il fatto ci riconcilia con la vita, e non tanto perché ci aiutano a risolvere un problema, ma perché ci dimostrano che, forse, non tutto è perduto.

Purtroppo però, i buoni sentimenti non si conciliano in egual misura con la meccanica del motore a scoppio e la macchina, nonostante i nostri sforzi e la disponibilità dei soccorritori, si è mossa da dov'era soltanto quando è arrivato il carro attrezzi chiamato dopo reiterati e vani tentativi di accenderne il motore, ma qui l'avventura aveva già preso un'aria più convenzionale.

Spero di incontrarli a Grosseto tra qualche giorno, all'inaugurazione di una mia mostra, vorrei regalargli un libro, non è molto, ma è pur sempre un segno di gratitudine.
Grazie ad entrambi.

Ma di sicuro non saranno i libri che mi ricorderanno questo week-end.























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