topolino


28 gennaio 2013

Nathan Never su RAI 5

Siamo in partenza per Angouleme, rodiamo i motori per essere pronti per una settimana di full-immersion nel mondo della BD, con tutto quello che ne consegue e con tutto il freddo che andremo a patire, nelle lande antistanti il golfo di Guascogna.

Ma sabato ho avuto modo di vedere dal sito RAI, perché ahimè della trasmissione neanche conoscevo l'esistenza, un servizio realizzato all'interno di Fumettology, una trasmissione che parla di fumetto e che aveva per l'occasione come argomento: Nathan Never, probabilmente in occasione del recente ventennale dalla nascita.

Ci sono amici che ne parlano con compiutezza, e con quella serenità di una cosa fatta molti anni avanti e quindi senza i patemi delle novità, perché i risultati sono lì a dimostrare già tutto quello che potevano dimostrare, e il percorso fatto lungo e consolidato.





Non vi resta che dare un'occhiata al servizio, sono circa 27 minuti di interessanti considerazioni svolte dai creatori Medda e Serra, da disegnatori e sceneggiatori e da Mauro Marcheselli, l'attuale Direttore Editoriale della Sergio Bonelli Editore che all'epoca ne vide il concepimento, lo sviluppo e la realizzazione.

Le considerazioni le lascio ad ognuno di voi, specialmente se nel tempo ne siete stati lettori appassionati o distratti.

Personalmente posso aggiungere che le cose che si dicono nel servizio, e che  il tempo e la consuetudine ne aveva opacizzato il ricordo, hanno avuto uno strano effetto rivitalizzante, perché ripercorrere alcune tappe, vedere e constatare che ciò che è stato fatto e abbiamo fatto ha prodotto qualcosa che nel tempo ha segnato la memoria di molti, cambiato alcune consuetudini, da un'enorme soddisfazione a chi, come me, è stato della partita fin dall'inizio.
Ed ascoltare le molte citazioni che benevolmente sono state fatte sul mio lavoro e riconoscersi in momenti importanti e particolari del percorso fatto, da un orgoglio particolare che, e devo ammetterlo con sincerità, un po' avevo dimenticato, anche per colpa di una mia certa latitanza dal personaggio.

Ascoltare il servizio mi ha dato davvero una sensazione particolare, e una strana consapevolezza.

E poi, senza Nathan, io non sarei quello che sono.

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