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2 marzo 2012
Le grige brume della Manica
a) A cena insieme a Marc Wasterlain e la moglie Oriana (anche lei di origine italiana), Jean Marc e Christine amici della Mosquito.
b)L'interno de la Calquella, lo spazio nel quale era organizzato il Festival.
c) Esterno del complesso la Calquella, che comprende anche un auditorium ed altri spazi di condivisione.
d) Le falaises e la spiaggia antistante, viste da Cap Blanc Nez. Le spiaggie hanno la stessa morfologia di quelle di Saint Malo ed evidentemente dell'Oceano Atlantico, sottoposte a rapidi ed improvvisi innalzamenti della maree.
Coquelles è nelle vicinanze di Calais, non lo sapevo, ma da qui parte il tunnel che attraversa la Manica, da qui nascono e partono i treni che attraversano i 35 Km. che dividono la Francia dall'Inghilterra, trait d'union tra due stati che non si sono mai amati, e che hanno sempre preteso di mettere i puntini sulle "i" delle loro differenze.
Siamo ai confini con il Belgio, terra di miniere e di grande immigrazione italiana, di brume e cieli grigi e piogge, di casette con mattoni a vista e buona birra.
Il venerdì al nostro arrivo, siamo ospiti a casa di uno degli organizzatori, Bruno, che mette a disposizione il suo appartamento per un vernissage a base di tartine e bocconcini assortiti, in una sala piena di librerie cariche di BD, un vero appassionato ...tra i vari libri anche una buona parte della collezione 2 heures et 1/2 dela Glenat che anni fa pubblicò in questa collana opere della Sergio Bonelli Editore (Martin Mistère, Dylan Dog e Nathan Never), tra cui spiccava un Nathan Never con tre storie realizzate dal sottoscritto (ogni album contemplava tre storie per personaggio).
Sabato completo di dedicaces, constellato di appassionati arrivati da oltre 300 Km. per conoscerci e per farci firmare ogni cosa firmabile, non essendo mai sato ospite di un festival belga, questo situato nelle vicinanze, rappresentava un'occasione facilmente raggiungibile.
Moltissimi francesi di origine italiana, come anticipato, questa è terra di immigrati, anche se gli italiani sono distibuiti con generosità un po' a tutte le latitudini (ma quanti siamo?).
Tra tutte Virginia, la responsabile della libreria che, accortasi del mio francese con forte accento italico, ci tiene a farmi sapere le sue origini, che ha studiato letteratura italiana e che adora la Sicilia da cui proviene, una ragazza davvero carina e simpatica, con la quale è gradevole fare conversazione.
Cena ad un ristorante nelle vicinanze di Calais, a base di pesce, con una entrée a base di Saint Jacque, mitile di cui avevo già apprezzato il sapore nel precedente viaggio a Saint Malo.
La mattina della Domenica, Bruno ha la brillante idea di coinvolgerci in una gita sulla costa, per farci vedere le falaises, le corrispondenti francesi delle coste inglesi di Dover, le loro esatte dirimpettaie.
Arriviamo così sulla costa e ci avventuriamo verso Cap Blanc Nez, un punto di avvistamento dove sorge un obelisco in memoria della II Guerra Mondiale.
Qui il passaggio della guerra è ancora visibile e ne sono testimonianza le centinaia di casematte erette dai tedeschi a protezione della costa e ancora lì a guardia di un nemico che le avrebbe definitivamente sconfitte aggirandole e, in molti casi, sancendone la totale inutilità, fortini con pareti di oltre un metro di cemento e impossibili da distruggere, monumenti ad un esercito che su queste coste aveva modo di osservare il nemico con il binocolo.
La domenica scorre tranquilla, perfino troppo, i visitatori sono davvero pochi anche se io non mi fermo mai un minuto e non riesco ad alzarmi dalla mia postazione, tutto intorno è un deserto di solitudine, gli stand non vendono e gli autori impegnati sono pochi.
Gli organizzatori annunicano ad occhio la metà dei visitatori dell'anno prima, non un gran che comunque...peccato. Anche se personalmente non posso lamentarmi.
La sera partenza per Parigi, pernottamento a Marcussis a casa Chaussy, il giorno dopo RER ed arrivo ad Orly, volo Easyjet per Pisa ed arrivo sopra un mare splendido nella sua calma ed illuminato da un fantastico sole primaverile.
Sì, siamo tornati a casa.
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