topolino


1 febbraio 2012

Retour da Angouleme







a) Il manifesto di Angouleme 2012, realizzato dal presidente della manifestazione, l'americano Art Spiegelman.

b) Il palazzotto dove eravamo alloggiati con Vianello e il finnico Lukkarinen e consorte, un palazzotto del seicento con l'accenno ad un fossato perimetrale difensivo e parco annesso, tutto davvero curioso.
c) Le pubblicità delle uscite delle Editions Mosquito sulla rivista gratuita Zoo e sul magazine informativo Canal BD.
d) La copertina della versione francese di Digitus Dei.

Siamo tornati da Angouleme, quest'anno stranamente temperata, o almeno meno fredda del solito. Il freddo invece lo abbiamo trovato al nostri ritorno in Italia e adesso ne stiamo patendo le conseguenze con le strade innevate, l'elettricità balzellante e senza una goccia d'acqua da ore.
Un bel ritorno, non c'è che dire.

Viaggio con i Paganelli (Il Grifo Editore), Max Frezzato e Nadia, un'amica. Le solite 13 ore di strada che va dal valico del Frejus fino al Cognac, con sosta a Saulce d'Oux alla solita "Ristorante da Cecilia", da buoni italiani non rinunciamo mai alle specialità del luogo, specialmente se si viaggia con Mauro.

Digitus Dei ha avuto una bella accoglienza, abbiamo fatto la solita incessanti sessioni di dedicaces a ritmi serrati, cioè non risparmiandoci su niente, le cene a l'Esperance con lo staff Mosquito, am sopratutto la conoscenza di Lele Vianello, storico collaboratore ed amico di Hugo Pratt, con il quale ha condiviso la realizzazione delle sue maggiori opere.

Lele è un veneziano doc, un pacioso signore sincero e gioviale che ti sa accompagnare cortesemente ed allegramente nelle girate intorno agli stand, pronto alla battuta o all'osservazione intelligente e magari per l'occasione snocciolandoti un aneddoto condiviso con il Maestro di Malamocco, ma senza proposopopea, semplicemente perchè lui c'era e perchè si diverte a dirlo. Piccole perle di un personaggio che non c'è più, che ha fatto la storia del fumetto e che con lui a condiviso esperienze, bevute, viaggi, amici, insomma una bel pezzo della sua vita.
E' stato un privilegio conoscerlo ed un grande piacere stare insieme a lui per quasi tutti i giorni della manifestazione, tra l'altro condividevamo due camere attigue in un singolare palazzotto vicino al centro, una magione sviluppata in verticale e piena di stanze arredate con gusto bizzarro, di proprietà di una curiosa signora e del suo uggioso cagnolino.

Ho avuto alcuni incontri, piacevoli conferme e inusitate proposte.

Con grande piacere ho incontrato gli autori conosciuti alla Rèunion (tra i quali il massiccio e simpatico Diantantu) che inaspettatamente erano ospitati allo stand Les Bulles de l'Ocean, gestito dall'amico Jean Luc Schneider e dalla splendida moglie Reina, un tanto improvviso quanto gradito incontro.

Il sabato sera cena all'Hotel Mercure in casa Dargaud (in contemporanea c'era quella di Delcourt e, forse, di altre case editrici). Condividevo la mia italianità unicamente con Claudio Curcio l'organizzatore del Comicon napoletano, seduto ad un altro tavolo, per il resto ero l'unico autore di casa nostra, ero seduto al tavolo con Christel (la direttrice editoriale) ed Eve una sua collaboratrice, Morja (un giovane talentuoso autore della sezione jeunesse) uno dei fratelli Bonneau (il disegnatore, l'altro, lo sceneggiatore era in viaggio nel Sudamerica), il critico Olivier Boissy ed altri autori dei quali mi sfugge il nome.
Cena ottima, ottimo vino e buona conversazione, considerata la confusione e la condivisione degli argomenti...Christel è stata un'ottima coordinatrice del tutto.


Il dopo appartiene ad uno di quegli eventi ai quali non si può rinunciare oh, là là... ed è la kermesse del sabato sera al Mercure, punto cruciale della mondanità del Festival, un avvenimento al quale non si può dire di non avervi partecipato, pena il pubblico ludibrio dell'ambiente, mancanza che è sopratutto capace di rendere perfino inutile la partecipazione alla mostra.
Infatti, dopo che le cene sono terminate, i commensali usano riversarsi nella hall dell'albergo che si gremisce così di addetti ai lavori, autori, critici, editor, direttori, sfaccendati, curiosi presenzialisti e aspiranti autori in una bolgia di chiacchiericcio ed incontri degna del Peter Sellers di Hollywwod Party, in questo spazio fitto di persone fino all'inverosimile ci si deve muovere rigorosamente muniti di bicchiere al seguito, con una charmante nonchalance (notare il profluvio di française) muoversi con disinvoltura tra persone che ci ignorano tranquillamente ma facendo finta di conoscere tutti ed essere lì per caso, perchè ci hanno fortemente voluto anche se noi saremmo stati volentieri altrove.
Con nonchalance, appunto ... uno spettacolo, garantisco: imperdibile.

Poi la domenica comincia con quel senso di smobilitazione inevitabile dopo sei giorni di tour de force, pieni di canard, entrecote e ile flottante.
Alle 16,30 sono stati diramati i bollettini ufficiali dei vincitorie dei Fauves (i premi assegnati alle varie categorie), noi non li ricorderemo mai, anche perchè spesso sono di autori che non conosciamo, alle 18,30 si sale tutti sul furgone, sappiamo già dove fermarsi, l'anno scorso siamo stati bene e faremo tappa nel solito ristorante, come vi dicevo, è sempre una questione di specialità locali che noi sappiamo apprezzare al meglio.

Pernottamento a St Etienne già sotto la neve che non ci abbandonerà più fino al giorno dopo a Genova.

Adesso siamo qui, senz'acqua, aspettando di fare una doccia calda da più di cinque ore e come non agognavamo da anni....viene perfino la nostalgia dell'ile flottante che, per la cronaca, è un dolce.

1 commento:

  1. Mi sono scambiato messaggi con Lorenzo mentre viaggiavate..... Mi raccontava quanto era divertente!
    Stefano bel racconto, sei riuscito a farmi sentire un po' li anche a me!

    Io che non sono stato mai neanche a Lucca!!!!

    Spero di incontrarti prima o poi
    Francesco

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