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28 ottobre 2011
Sei giorni tra la Dordogne ed il Gers
Devo farlo adesso anche se congestionerò il blog come mai prima, ma devo farlo, al mio ritorno ci sarà Lucca Comics e un po' di spazio vorremo concederglielo, vero?
Sono di ritorno da una sorta di tourneè francese, prima il Salon BD en Perigord di Basillac, per poi dirigersi verso sud-ovest, nel Gers, ad Auch, nella regione dei Midi-Pyrénées, terra di guasconi come D'Artagnan, definita dai francesi la "piccola toscana" per le vaghe somiglianze con la mia terra, come dire: torniamo a casa.
A Basillac insieme all'amico Gradimir Smudja, amico di trasferte e di dediche (siamo spesso gomito a gomito a dedicare albi), abbiamo incontrato la solita, enorme varietà di autori francesi di BD, un magma umano di cui ogni volta conosco persone e personaggi nuovi senza soluzione di continuità, questa volta è toccato al geniale Prudhomme, i fratelli Bonneau, Bigotto, Loth, Pendanx e molti altri, tra cui Francis Groux, uno dei fondatori e ancora facente parte del comitato direttivo del Festival d'Angouleme, volto da cacciatore di castori, memoria di ferro ed una conoscenza smisurata di tutta la BD e dei personaggi che animano il panorama internazionale del fumetto.
Insieme a Régis e Maritè, amici di Gradimir, abbiamo trascorso un fine settimana di dediche, condite con la parentesi della finale mondiale di rugby giocata dai Blues contro gli All Blacks e perduta domenica mattina, sotto gli occhi di autori ed avventori del festival, rapiti da un gioco che in Italia sta muovendo i primi passi verso la popolarità generale (per la cronaca i francesi hanno perso 8 a 7), ma vi garantisco che non si sono viste scene nè di isteria nè di chiassoso tifo.
C'è da dire che, con mia grande sorpresa, due giorni dopo sul giornale locale del Gers, La Depeche, la Societé Generale aveva acquistato una pagina completa del quotidiano per scrivere qualcosa che suonava così, vado a memoria: i Blues fanno i loro complimenti ai Blaks adducendo delle ragioni di cavalleria sportiva che inneggiavano alla bellezza e la correttezza del match combattuto con lealtà ... però?
Lunedì mattina, quando anche l'ultimo autore aveva preso la via di casa, sono stato prelevato da Jef (JeanFrançois, il responsabile delle librerie del dipartimento) e siamo partiti in direzione Auch, nel sud-ovest della Francia a pochi chilometri dai Pirenei.
Ad Auch il giorno dopo era prevista un incontro alla Libreria Le Migou, situata nel centro della cittadina, e la sera alla mediateca di Pavie, un centro poco lontano. Per cui nel pomeriggio mi sono sciroppato altre tre ore e mezzo di dediche suddivise tra gli albi di "Hasta la Victoria!" e quelli de "La Venus du Dahomey", e la sera di corsa alla mediateca dove mi aspettava un dibattito sulla mia "esperienza cubana". Con mio stupore, ho scoperto che in Francia le cose le fanno per benino, non che non lo sapessi, ma la cultura da quelle parti è una cosa seria e viene trattata con un riguardo da noi poco conosciuto.
Il mio incontro era inserito all'interno di in una serie di dibattiti sui "Colori dell'America Latina", dei quali facevano parte nomi illustri del giornalismo: Gilles Lapouge, il responsabile del Museo di Auch Fabien Ferrer-Joly e il famoso scrittore messicano Paco Ignacio Taibo II, realizzatore della famosa biografia del Che "Senza perdere la tenerezza", una delle basi di documentazione per realizzare la mia quadrilogia cubana. Tutto questo raccolto all'interno di un depliant con tanto di foto e programma autunnale di dibattiti, tutti dislocati nel territorio del distretto di appartenenza. Interessante.
Per l'incontro avevo richiesto l'ausilio di una traduttrice, parlo il francese ma per rispondere a non so che tipo di domande, avevo bisogno di un supporto che mi garantisse maggiore tranquillità, ed è così che mi è arrivata in aiuto: Veronique. E' andato tutto bene.
Tutti sembravano molto contenti, sindaco compreso, in fondo non solo ero il primo autore di fumetti che partecipavo a dibattiti del genere, ma per di più italiano, un etrangère....come sempre ho fatto da apri pista.
Ma è andata, me la sono cavata.
Il resto sono cene ed incontri con nuovi amici, quelli delle foto sopra sono il gruppo composto da Jef, Veronique, Seb e Fredo i cugini proprietari e gestori della libreria Le Migou, e l'ultima è Julie, la responsabile della Mediateca di Pavie.
La sera a cena da Jef e Nadia, che ci ha proposto un ottimo riso con salsa di pollo cucinato alla maniera Thandoori, e ci siamo sbevazzati del buon vino locale ed una specie di grappa alla "poire" che ci ha spedito a letto già caldi e coccolati, nonostante fossero ben oltre le due.
Il mercoledì, oltre che ad ulteriori dediche per gli amici e gli esclusi del giorno prima, siamo andati a Seissan, il paese dove abita l'amico Jo-El Azara, storica firma del fumetto francese e padre di Taka Takata, che ha iniziato il suo cammino professionale nello studio Hergè.
Nella foto ci vedete di fronte ai ritratti dell'amore della sua vita: Josette Baujot, la colorista degli albi di Tin Tin e sua compagna, scomparsa due anni fa, il suo ricordo e la tenerezza delle parole che usa ogni volta che ne parla, fa immaginare un amore come pochi, un amore condiviso anche con il lavoro.
Jo-El ha gli occhi e lo sguardo di mio nonno, ogni volta che gli parlo mi sembra di parlare con lui.
In seguito, con Seb abbiamo attraversato il Gers tra le colline ed i villaggi di una tranquilla campagna francese, sotto un caldo sole di un fine ottobre un po' anomalo, e dopo avere costeggiato l'enorme perimetro della fabbrica Airbus che fa di Tolosa una città in continua espansione, sono partito dall'aeroporto di Blagnac.
Adesso ci aspetta Lucca.
Si riparte.
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