topolino


9 giugno 2015

Comics Book Challenge a Grosseto

Sentirsi per un giorno come il Manzoni o Leopardi, devo dire la verità, potrebbe anche decuplicare il nostro ego fino a vertici insopportabili, ma per fortuna siamo personaggi tranquilli con vite equilibrate...si spera.
Sto scherzando ovviamente, in tutti e due i sensi, sia sull'ego che sulla convinzione di essere una persona "tranquilla ed equilibrata".



 La locandina dell'evento.

La bizzarra riflessione nasce dall'invito che mi è stato rivolto dai ragazzi del Comix Café di Grosseto, splendida realtà che meriterebbe l'imitazione a più latitudini, come esempio di libreria a fumetti dalla gestione intelligente, vivace e propositiva.
L'idea è piuttosto semplice ma, nel contesto nella quale è nata, credo sia stata unica, ed è per questo che i soci della fumetteria (e non avete idea come sia riduttivo il termine in questo contesto), di fronte all'iniziativa nazionale promossa dalle Messaggerie su una giornata di "promozione alla lettura" denominata "Ioleggoperché", sull'offerta gratuita di libri per promuovere la lettura e l'acquisto, loro hanno chiesto se erano previsti anche "fumetti".
Ovviamente secondo voi la risposta quel'è stata?
Quella, appunto....ed è per questo che loro, autonomamente, oltre che consigliare agli organizzatori di prevedere per nell'anno prossimo anche l'inserimento di quei giornaletti curiosi con le figurine dentro, per quest'anno hanno deciso di fare da sé.
E siccome come dice il proverbio, facendo da soli si fa persino per tre, hanno chiamato il sottoscritto (il terzo, evidentemente).
Al Comix Cafè si sono inventati una manifestazione come Chissà chi lo sa?....ora, io lo so (e ne ho avuto un esempio proprio in quell'occasione) che agli under, vediamo un po', quaranta? Questa trasmissione non dice niente, ma vi garantisco che a cavallo tra gli anni 60-70 era davvero di culto, ma sopratutto non era né un reality, né un talents.
Chissà chi lo sa? andava in onda ogni sabato pomeriggio tra le 17,00 e le 18,30, mi pare, e si trattava di una sfida tra due squadre composte tra i migliori studenti delle terze medie degli istituti del territorio nazionale, uno scontro che verteva su argomenti impensabili, assurdi, addirittura ridicoli, oggi perfino improponibili...la cultura generale, ma ci pensate?
Sulla trasmissione in questione vi potrei tenere qui per ore (ma non lo farò, bontà mia), anche perché agli inizi degli anni '70, Rosignano Solvay, il paese nel quale sono cresciuto partecipò alla gare, arrivando in finale e perdendola dopo una serie di successi incredibili, io ero in seconda media, ma i partecipanti erano tutti miei amici e quindi ne ho un ricordo bellissimo, incredibile ed indelebile.

Due parole su Comix Cafè. Si tratta di una di quelle realtà che si occupano di libri, dicasi librerie appunto, che però, per una strana bizzarria del destino hanno scelto solo di vendere quelli con le figure: i fumetti.
Strano, al giorno d'oggi,
L'idea interessante, ma non originalissima, è quella di inserire all'interno della stessa, un bar con tutte le sue peculiarità (in Francia da anni ci sono la catena di librerie BD Fugue con le stesse modalità, e molte delle librerie generaliste di molte città hanno un angolo bar addetto alla ristorazione). Ovviamente questo non basta: Giulio, Marco e Davide e gli altri (mi scuseranno se non ricordo i nomi degli altri) sono simpatici, sanno intrattenere gli ospiti e sanno cosa vendono indirizzando in modo intelligente il pubblico verso pubblicazioni o giochi, sanno fare i commercianti e questo trasforma il loro locale in una realtà propositiva e che funziona, lavora e guadagna.
Un inno alla meritocrazia, in un panorama di lamenti, raccomandati e gente che si arrabatto solo se è aiutata da...un inno all'intelligenza, insomma. Ogni tanto ce n'è bisogno.




Lo spazio antistante il negozio, con il patio allestito per l'incontro e le due scolaresche una di fronte all'altra.

Ma torniamo a noi.
Io ero stato invitato in quanto l'argomento prescelto sul quale le due squadre scelte dovevano prepararsi per l'incontro, era il mio graphic-novel "Di altre storie e di altri eroi", cioè gli studenti dovevano prepararsi nella lettura e l'osservazione del libro onde gareggiare su prove che ne riguardassero i contenuti.
Un'idea carina, non c'è che dire, alla quale ho aderito con entusiasmo ed io, in realtà, sarei stato un po' come massimo garante della veridicità dei responsi in quanto autore del medesimo (il Manzoni in questione).



Chiara mi chiama in causa su un aspetto del libro, un intervallo poco frequente, per fortuna, per chi ha il senso del ritmo questi sono i momenti di maggiore stanchezza del gioco...rallento signori, rallento l'azione.
Andiamo avanti!




Due fasi del gioco, le domande contrapposte (una squadra decide cosa chiedere all'altra) e i "mimi parlanti", è una mia momentanea definizione, con un'unica parola detta in sequenza da ogni studente, si doveva capire quella che i prescelti dovevano fare indovinare ai loro compagni.

Sabato 30 Maggio di fronte alla libreria/caffè, sul patio che si antepone all'ingresso e sormontato da una bella veranda, era stato allestito un piccolo palco dove una di fronte all'altra si fronteggiavano le due classi (una del liceo scientifico e l'altra dell'Istituto agrario), con microfoni, segnapunti insomma, una cosa fatta con criterio.
Poco prima 
dell'inizio Chiara, sorella di uno dei soci ed organizzatrice degli eventi, che si era occupata dell'intera organizzazione della giornata, mi ha spiegato la struttura dei "giochi", le modalità, il punteggio ed il loro andamento.
Siamo partiti.
Chiara è stata una Febo Conti magistrale, simpatica, briosa e spigliata, ed i ragazzi, che hanno iniziato in sordina e con la classica diffidenza degli adolescenti odierni, perplessi e dubbiosi su ogni nuova attività che abbia a che fare con la spremitura di meningi, si sono a loro volta scaldati sia per il coinvolgimento della gara, il campanilismo studentesco e quella sana rabbia agonistica che non ti fa mollare contro chiunque ti si pari davanti, alla fine si sono divertiti, ne sono sicuro.
Io, seduto come un re sul trono, al centro della tenzone, a volte mi sono sentito un po' coglione, devo dirlo con sincerità, mi pareva di essere quello che da ragazzi porta il pallone per giocare, ma che essendo troppo schiappa lo si riduce a fare l'arbitro, comunque ogni tanto entravo nel merito sollecitato da Chiara, in occasione di alcune risposte ed a delucidazione di alcuni passaggi del libro.
Osservato o, forse è meglio dire compianto, da alcuni professori che, sia per dovere di appartenenza o per semplice curiosità erano venuti a vedere i loro studenti messi alla prova nella pugna, mi osservavano dall'esterno del palco.
A me è sembrato un bel pomeriggio, che i ragazzi hanno trascorso senza scambiarsi messaggini, giocare con delle nuove app o a fare inutili strusci per vedere l'ultima conquista di Giulia...spero sia servito a qualcosa.
Per la cronaca: hanno vinto i liceali, ma c'è da dire dopo una gara intensa e combattuta.



Le firme sul libro a fine gioco.


La foto ricordo con le due scolaresche e gli insegnanti che, fieri dei propri alunni, mostrano la targa commemorativa dell'incontro.

Le dediche di fine giornata, a studenti, professori e qualche appassionato e poi a cena, come degna conclusione di uno splendido pomeriggio, insieme a Laura Iorio e Roberto Ricci, due amici e colleghi (entrambi fumettisti) che mi sono venuti a trovare.
La cena e la parte finale della serata (lunghetta c'è da dire) ha ruotato molto sugli umori e gli odori di quest'ultimo periodo nel nostro ambiente, non buoni a dire il vero, il cambiamento del "mammifero fumettaro", deleteria mutazione genetica indotta, pare, dall'avvento dei social networks che ne hanno esaltato e decuplicato l'ego peggiorandolo, e il profilarsi di nuove strategie e nuovi personaggi ma che potrebbero portare solo a vecchie conclusioni.
Inutile parlarne qui, se ne parla già molto altrove.

Dopo cena al locale, aperto fino a molto tardi come ogni pub che si rispetta ne che funziona, è ulteriore dimostrazione di una frenetica attività, una gran voglia di lavorare senza tirarsi indietro di fronte ad impegno e fatica, il costante ricambio, il viavai incessante e l'incontro di giovani e ragazzi divisi tra una bevuta di Spriz e l'acquisto dell'ultimo Zerocalcare, riscalda davvero il cuore.

Bella giornata, buoni amici e bella esperienza, come inizio d'estate non è male.





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