topolino


6 novembre 2012

Lucca 2012

Lucca è sempre diversa ed uguale a sé stessa.
Vi piace questo incipit?
Accontentatevi, mi è venuto così, pensando alla calca di gente, alle tensostrutture, ai cosplayers, agli standisti intenti a magnificare la propria merce, ai monumenti che ti guardano dall'alto della loro secolarità, dei commercianti contenti di fare affari lucrosi in quei pochi giorni, ma altrettanto impazienti di tornare al tranquillo tra-tran giornaliero.





Da ieri, come ogni anno, i giornali avranno redatto le conclusioni della manifestazione e plaudito al sicuro successo di pubblico, lo deduco perché non lo so, non ho letto niente, così come non ho letto e non leggo quasi mai niente di inerente al fumetto ma, mi dicono, che su blog, siti specializzati, chat e newsgroups che le cifre sui partecipanti al "banchetto" lucchese saranno trionfanti ed avranno superato sicuramente le cifre dell'anno scorso, che erano già importanti, in una continua escalation tutta volta a superare traguardi numerici.
Capisco gli organizzatori, le quantità sono proporzionali agli introiti e la torta da spartire per l'amministrazione e consociati è maggiore, ma resta da capire, almeno per me, quanta di questa esuberanza sia traducibile tangibilmente all'interno del "settore fumetto". Che non solo è la parte alla quale appartengo ma, faccio presente, è stata l'origine ed il motivo dell'esistenza stessa della mostra oltre quarant'anni fa e che, negli ultimi anni, invece si è trasformata nella cenerentola dove, mi si dice, vengono erogate minore finanze per l'organizzazione.
Sarebbe anche curioso sapere quanti di questi biglietti sono da attribuire ai "games" e quanti ai "comics", ma è una curiosità solo numerica, perché gli equilibri di forza, visti gli investimenti fatti, si conoscono già.

Ultima considerazione, e poi passiamo al faceto, la constatazione del fatto che molto del pubblico dei "comics" acquista la maggior parte delle loro letture (almeno quelle non distribuite in edicola) in questa occasione, cosa che oltre che dimostrare le deficienze di certa distribuzione, avvalora quella politica delle case editrici che per questo motivo si sparano in quest'unica occasione  la totalità delle novità dell'intero catalogo, contribuendo così a fiaccare l'interesse sul medium per tutto il resto dell'anno. E' vero che così facendo si accresce la "febbre per l'evento", ma non fa certo bene ad un interesse magari più meditato, oltre che meglio ponderato e normale durante i restanti mesi, con una maggiore distribuzione di titoli, pubblico ed interesse anche nei restanti 361 giorni. Mica pochi, in fondo.

Ma non siete mai contenti, direte voi, avete ragione, terminiamo qui le considerazioni più tecniche e torniamo al cazzeggio.

In realtà non è che abbia molto da dire, se non annotare che quest'anno Lucca disponeva perfino di un santo protettore che si palesava sulle mura, sulle facciate dei palazzi, ovunque, ed era la possente ed enigmatica figura del protagonista di "Assassin Creed III", la terza versione di un famosissimo videogames che, con tutta la sfacciata violenza della ricchezza di quelle che oggi sono le aziende che veramente monetizzano nel mondo dell'intrattenimento, dimostrava CHI, veramente ha un peso rilevante dello show business.

Io sono stato relegato, ma con insana soddisfazione all'interno dello stand Tunuè, dove avevo in dedica il mio libro "Di altre storie e di altri eroi", in un calendario tanto intenso quanto inderogabile, siamo lì per questo e questo dobbiamo fare.



Mi sono diviso un po' con lo stand de Il Grifo Edizioni, dove avevo l'uscita dell'integrale (le intere quattro storie raccolte in una) di Hasta la Victoria!, ma oramai il prezzo che dobbiamo pagare alle novità, probabilmente anche per la logica sopra riscontrata, è ineludibile ed il mio tempo è stato sostanzialmente a disposizione dell'ultimo nato.



Inutile descrivere l'atmosfera e il caos di quei giorni, atmosfera e caos che cambiano proporzionalmente alle condizione metereologiche, anche questa edizione, se si esclude una piccola parte del giovedì e la domenica mattina, è stata graziata sia dall'acqua che dalle temperature e di conseguenza l'affluenza di visitatori e dei cosplayers, quasi i veri e propri protagonisti della manifestazione, è stata altissima.

Due parole sui cosplayers.
Io non ho mai avuto l'attitudine al mascheramento, esistenza grigia, direte voi, può darsi. 
Ma è così.
Nella mia infanzia mi sono concesso un unico completo da cowboy (che altro travestimento poteva piacermi di più), ma io che sono stato sempre un tipo piuttosto esigente, la dozzinalità del vestito mi impedì di apprezzarlo, non mi piacevo, e questo rigetto deve essermi stato fatale, evidentemente.
Per anni i cosplayers sono stati visti come "invasori", come personaggi che volevano entrare a fare parte di un contesto che non era il loro (ed invece lo era) e in parte trattati come intrusi, poi, come sempre, la forza di alcune novità o di alcune mode, come preferite, è più forte di qualsiasi avversione e sfonda. 
Oggi sono parte integrante e, direi, perfino imprescindibile dalla manifestazione, perché ne sono il colore, la gioia e il divertimento, oltre che lo spasso per i visitatori che li fotografano e che li valorizzano, il tutto in un carnevale fuori stagione auspicato da tutti, una vera e propria attrazione per la manifestazione.
Come si dice: That's all folks, no?
Che poi il sottoscritto non possa fare a meno di sorridere alla vista di un padre di famiglia vestito da Corto Maltese accompagnato da moglie e figlia in abiti normalmente borghesi e un po' spaesati, da ragazzotti completamente nudi che combattono la loro personale battaglia con il freddo, o insoliti costumi abborracciati con materiali di scarto e di cui non si conoscono le motivazioni, questo è tutt'altro dire e, in parte, la mia poca propensione al travestimento mi giustifica.
Ma se tutto fa parte del divertimento, concedetemi anche a me lo stesso diritto.



Una dedica realizzata all'interno del libro.

Poco tempo per le mostre, unico spazio che mi sono concesso l'ho rubato direttamente all'orario di firme per andarmi a vedere la mostra di Cyril Pedrosa (anche vincitore del premio come miglior disegnatore), ma qui ho anche scoperto con mia grande sorpresa una disegnatrice italiana molto brava di cui non avevo mai sentito il nome, e che ho scoperto volentieri, la bravissima Sara Pichelli. Poi l'amica Laura Zuccheri, una pazza scatenata che dipinge e disegna su formati improbabili con un dettaglio da paranoia tanto sono grandi, il mitico Enrique Breccia (che non ho avuto il tempo di vedere, con mio rammarico), la bravissima Dautremer, illustratrice francese dallo stile molto originale e dalla perizia tecnica invidiabile.

Per il resto, ho trascorso abbastanza tempo con l'amico Pino Borselli, giovedì a cena con l'inseparabile duo Oliva e Zambotto, con l'amico Pierre Frigau e consorte, recruiter di molti ospiti italiani del festival di Illzach.
Ho conosciuto il simpatico Cosimo Miorelli, talentuoso giovane aspirante fumettista da me prontamente avvilito con pessimistiche visioni, e l'adorabile Maria, la sua ragazza.
Venerdì consueta cena in "casa Tunuè", nella splendida villa sulle colline lucchesi in compagnia del numeroso staff, il simpatico Luciano, Renato, Stefano Piccoli e molti altri.
Sabato sera cena bonelliana come da copione alla "Buca di sant'Antonio", del parterre faceva parte Davide Bonelli, Mauro Marcheselli, Masiero, Serra e molti redattori della casa editrice, e poi colleghi su colleghi, citarli tutti sarebbe impossibile anche perché dimenticherei quelli sparsi in altre stanze e che magari neanche ho incrociato, posso ricordare quelli con cui ho scambiato alcune chiacchere, Bocci, Ambu, Santucci, Caluri, Bartolini, Ripoli, Recchioni e l'amica Paola Barbato con cui mi sono concesso poche parole.
Splendida regina della serata è stata Lelella, che si è mossa con sapiente e fascinosa disinvoltura tra i tavoli, oltre che essere animatrice al tavolo dove erano presenti l'attrice Stefania Casini (mia simpatica e bellissima omonima) ed il marito, il regista Giancarlo Soldi, il conduttore radiofonico Armando Traverso al quale si è aggiunto alla fine anche Luca Raffaelli e altri commensali.
Anche se rituale, è un'occasione unica in tutto l'intero anno, almeno per quelle dimensioni, oltre che per quantità e varietà degli intervenuti, e per quanto abbia l'aspetto (e in fondo lo è) di una cena aziendale, alla fine si ha sempre il rammarico di non avere scambiato qualche parola con amici e colleghi che si vedono in quell'unica occasione, e alla quale in fondo partecipiamo volentieri.

I bigliettini firmati dagli autori per il blog "Audaci".

La domenica intervista nell'area Games, per la trasmissione Mercury Comics, in onda sull'emittente torinese Radio Impronta Digitale, ne ascolterete i contenuti (se proprio non potete farne a meno) non appena saranno disponibili le registrazioni ed il relativo podcast, visto che è andata in diretta.


Non avendo foto personali, posso disporre soltanto di quelle di gentili lettori che me le hanno inviate, questa è dell'amico Enzo Di Maria.

La sera, al termine delle rispettive cene, è diventata consuetudine andare alla birreria che si trova in piazza Anfiteatro, a consumare le ultime ore della giornata attaccati ad un boccale in un cazzeggio senza fine di solite cose, ma consapevoli di essere nel proprio contesto, dove tutti più o meno si conoscono, o si conosceranno.
A guisa di tale usanza, quest'anno i più fortunati sono stati anche testimoni di un episodio di grande civiltà e, a suo modo, esplicativo di come siamo considerati e chi siamo noi italiani, in un fatto al quale non ho partecipato personalmente ma del quale sono stato edotto da un amico affidabile che era presente.
Evidentemente, a causa di eccessive bevute, il disegnatore americano Jim Lee, ospite di ragguardevole importanza pagato a spese dell'organizzazione della manifestazione, con un importante seguito di parenti amici e soci, ci ha voluto dimostrare come la "minzione americana", famosa per eleganza e bon ton, viene espletata in un vicolo di una città dalle tradizioni storiche e dalle pietre antiche come Lucca, il tutto ovviamente accompagnato dalle grasse risate degli accompagnatori, che hanno goduto della splendida performance e figurati se hanno storto la bocca davanti ad una simile cafonata, si sono complimentati con l'americano per la bellissima bravata.
Tutti supini di fronte a chi ci piscia addosso (ah be', certo, se è un americano...), nessuno che gli abbia girato le spalle e se ne sia venuto via abbandonandolo di fronte alla sua maleducazione, non uno che, magari conoscendo la lingua gli abbia risposto dicendogli in un solido inglese e magari con un benevolo sorriso: "di prenotargli un bel posticino a New York dove se ne potesse pisciare anche lui con comodità, magari vicino all'uscio di casa sua, la prossima volta che andrà a trovarlo".
Ce ne fosse stato uno, sarei andato personalmente a stringergli la mano.

Se non abbiamo rispetto per noi stessi, difficilmente questo ci verrà riconosciuto anche dagli altri. 
Il rispetto dobbiamo meritarcelo, anche attraverso comportamenti come questi con una maggiore considerazione di noi stessi: di chi siamo, di cosa siamo e delle nostre cose.
Chissà chi sarà ospite l'anno prossimo, già: chissà? Non facciamolo bere troppo però, magari non la regge...

Certo, potevo finire anche con una chiusura migliore.


PS. Non ho linkato quasi nessun nome, ce ne sono troppi, se volete informazioni andateveli a cercare ... posso mica fare tutto io, no?





























13 commenti:

  1. grande Stefano...ti quoto (si dice così mi sembra)
    Massimiliano Andreoni da Lucca (oppure Livorno o Pisa o Massa???)

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  2. Io c'ero ero a Lucca, ma soprattutto c'ero la sera quando il grande disegnatore ha deciso di benedire i luoghi da lui percorsi.
    Ero lì dietro ad osservare la figura bassa e traballante che ha rischiato di scivolare più di una volta (complice il selciato umido e le eccessive alzate di gomito), c'ero io e c'erano almeno altri tre o quattro basiti colleghi, lo seguivamo a ruota mentre ci recavamo nel Palazzo in cui anche noi risiedevamo e che (per la cronaca) era a soli due metri dal luogo che lo ha ispirato. Certo... le due suite più stanza degli ospiti FORSE non lo ispiravano abbastanza (e neppure i quattro bagni che aveva preteso) e certo le due tipe che erano con lui (più il batterista che si è portato a scorta) devono avere trovato divertente l'episodio, visto che lo hanno immortalato con gli immancabili I Phone e che hanno accompagnato il tutto inneggiando al nome di "James! James!".
    Il mio unico rimpianto?
    Non avere fatto quello che tu, appunto, hai detto... il non essermi fatto avanti e il non avergli detto (seppure nel mio tremolate inglese: ma perchè 'ste cose non te le vai a fare a casina tua?"
    La risposta è ovvia: perchè probabilmente lì ti sbatterebbero in gelera, qui no... qui se anche lo avessi fatto in pieno giorno ti avrebbero fatto un applauso e il luogo sarebbe divenuto oggetto di culto.
    PAzienza... è la vita e soprattutto: è l'Italia...

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  3. Si poteva apostrofare il tremolante Jim in un solido Italiano visto che l'autore ha vissuto per alcuni anni nel bel Paese !
    Ottimo report, lucido e accurato! Un po' come esserci ;)

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    1. Qualunque cosa sarebbe andata bene...anche girargli le spalle e andarsene.
      Grazie per i complimenti.

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  4. Ciao Stefano, quest'anno sono tornato anch'io a Lucca... ma è sempre la stessa da trent'anni a questa parte, forse prima eravamo troppo giovani per accorgercene, ora invece troppo smaliziati... ma come dice la "FISICA", nulla si crea e nulla si distrugge...

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    1. Ciao Pino, è un piacere risentirti, ed è stato un peccato non potersi incontrare personalmente.
      Oddìo, per essere cambiata è cambiata, anche perché trent'anni fa i Games non c'erano ed erano i Fumetti a contare, mentre oggi i valori in campo si sono invertiti.
      Per il resto, certo, siamo più smaliziati e non ci meravigliamo più di niente, ma è e resta comunque una bella festa dove sembra bello quello che, visto sotto altra luce, è meno appariscente di quel che sembra.
      A presto.

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  5. Caro Stefano, averti compagno di tavola alle cene è sempre sintomo di un festival del fumetto ben riuscito, tutto il resto è noia. Alla prossima!

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    1. Grazie capitano di lungo corso... ma se dici così l'anno prossimo mi faccio invitare direttamente dall'organizzazione, se il mio effetto è così dirompente ;-)
      Scherzo e sei comunque troppo buono, grazie.

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  6. inutile piangere sul piscio versato, bisognava ricordarglielo al milionario magari pisciandoli sulle scarpe o mettendo la foto su Fb!

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    1. Se lo sapessi, lo reindirizzerei il tuo consiglio a chi era presente ... ma il fatto a me è stato solo riportato.
      E ad ogni modo, io prediligo sempre soluzioni meno invasive e più ironiche, una bella battuta secondo me è sempre migliore del "dente per dente".
      Punti di vista.

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    2. infatti la mia era una battuta....

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  7. La cover del tuo libro per Tunué è stupenda, Stefano. Non sapevo tu fossi in uscita con un volume anche con loro. Lo prenderò anche solo per quella cover ;)

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