topolino


31 ottobre 2012

Quai des Bulles a Saint Malo

Mi catapulto scioccamente sul blog per dare breve testimonianza dell'esperienza al festival di St. Malo, non perché le cronache non ne possano fare a meno (possono eccome), ma perché ho un personale senso del dovere cronologico che mi sento e voglio rispettare, prima che il tutto venga fagocitato dall'imminente Lucca.
Cioè domani.


 Una parte dell'esposizione il giovedì sera, nella tranquillità dell'assemblaggio e composizione degli stand.


La visione della manifestazione in un'ora tutt'altro che tranquilla ... ma c'è stato di peggio.

Seconda volta a St. Malo, al Festival Quai des Bulles (più o meno il molo dei ballons), simpatica manifestazione di BD in territorio bretone che, si dice, sia seconda per importanza alla più longeva e conosciuta Angouleme.


L'affiche della manifestazione realizzata da Bruno.

E' una manifestazione dove non sono presenti soltanto gli autori, ma anche editori con il proprio stand per la vendita delle ultime novità con dedicacés, annessi e connessi, il tutto è allestito sul molo di fronte al Palazzo dei Congressi e al Casinò, dove vengono allestite anche le esposizioni. 



A differenza di Angouleme, qui gli italiani si contano sulle dita di una mano, quest'anno c'era Luigi Critone,  De Vincentiis (forse) ed il sottoscritto, non mi pare di averne visti altri, non so di cosa possa essere indicativa una constatazione del genere, forse molto semplicemente che il mercato si fa sempre più difficile anche oltralpe.

Vernissage il Venerdì sera nel salone e poi subito alla fatidica cena fatta di fruit de mèr, una cena costituita da pesce crudo con: ostriche, gamberetti, capesante, mazzancolli vongole e consimili, tutta roba da sgusciare a mano e da leccarsi le dita (in tutti i sensi) e, sempre ovviamente, a chi piacciono.
Poi il termine serata a "L'alchimiste", caratteristico pub del centro città, dove una gustosa Afflingen belga è scorsa a fiumi offerta dalla generosità di Wasterlain.


Fotografia un po' scatologica, ma è talmente carino il cesso de L'Alchimiste, che meritava una foto, nel suo stile retro e vieille France.

Poi dediche insieme ai colleghi della Mosquito, quest'anno in compagnia del solito Marc Wasterlain, François Deflandre e Louis Le Hir, giovane e promettente scoperta dell'editore. 
Poi una moltitudine di francesi, oramai molti anche conosciuti e conoscenti, simpatici e cordiali alla faccia di chi vuole i francesi scostanti ed antipatici. Oltre che l'incontro con il mio sceneggiatore Laurent Galandon in compagni a del simpatico Alexander David (si firma A.Dan), due parole con l'amico Alexis Nolent, meglio conosciuto come Matz, ma per il resto faccio fatica a ricordarli tutti e qualcuno neanche lo conosco ma ricordo: gli amici Tarek e Pompetti della Tartamundo, Lepage quest'anno presidente della manifestazione, e poi, Vatine, Alary, Yeagle, Xavier Philips, Cazenove, Keramidas, Buchet e moltissimi altri di cui mi dimentico i nomi e spero mi perdoneranno.

Molto belle le mostre che sono riuscito a vedere (e alle quali non si può rinunciare), una tutta incentrata sull'artista francese Andreas, splendida la sua capacità di mise en page, e cioè di impostazione della tavola con tagli di vignette dalle geometrie ardite e dal nitido tratto in B&N, con la scoperta che le dimensioni delle sue tavole originali sono molto più ridotte di quel che si può immaginare. Una sul Western visto dagli occhi di magnifici caricaturisti che hanno rappresentato gli attori del genere attraverso le loro rappresentazioni, e in ultimo ma anch'essa molto interessante, quella dell'artista americano che spesso non disdegna collaborazioni anche con la Francia: Sean Phillips.


Il cielo tumultuoso di quei giorni che alternava una leggera pioggia, a raffiche di vento a sprazzi di splendida luce, come in questa foto, insomma, atmosfere Atlantiche al loro meglio.

Niente di nuovo, a beneficio di chi crede che ogni volta ci siano innumerevoli situazioni originali e curiose da raccontare, quando invece spesso il tutto si traduce in spossanti (ma utili) sessioni di dediche e di chiacchere fatte insieme a simpatici e pazienti lettori che si aspettano attenzione dai loro autori, che tradotto vuol sempre dire: lavoro.


Cena finale della domenica con gli associati e gli autori rimasti, qui è l'equipe Mosquito al gran completo, in primo piano Oriana e poi da sx verso dx François Deflandre, io, Jean-Marc, Christine, Louis Le Hir e Marc Wasterlain sacrificato dal taglio impietoso della fotografia.

Rientrati di corsa, black-out al computer, letture di centinaia di e-mail e quasi già dimenticata l'esperienza francese tanto siamo già entrati in clima lucchese che già, ahimè, non si prevede come l'avevo immaginato.
ma la colpa è sempre mia, mi illudo, mi illudo, ma sotto il sole non cambia quasi mai niente.

In questa circostanza potrei citare senza troppi patemi le ultime parole di Roy Beatty, il replicante di Blade Runner nella splendida scena finale:

"Ne ho viste di cose che voi umani neanche immaginate...."


....non vorrei dire, ma da domani siamo a Lucca.

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