topolino
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7 luglio 2011
Digiuts Dei
L'estate porta con se inevitabili progetti futuri.
Magari succederà soltanto a me, ma questa specie di sosta (che di fatto sosta non è), ma che è invece un'inevitabile rottura dei ritmi invernali, porta con sè idee, ripensamenti, programmazioni e considerazioni varie.
Così è.
Com Michele Medda, oltre una quindicina di anni fa, realizzammo una storia che avevo come protagonista un prete particolare, un sacerdote sospeso a divinis per contrasti con la Chiesa, una sorta di esorcista, il suo nome era padre Sertori e fu il protagonista della serie Digitus Dei. Chiamiamola una serie, perchè dopo il primo albo uscito per i tipi della Magic Press, anni dopo ne uscirono altri due per i tipi della Peter Press, casa editrice fondata per l'occasione, tanto credeva nel progetto, dall'incosciente Medda.
A noi è rimasto, in tutto questo tempo, il dubbio che la serie non abbia avuto una sufficiente diffusione e di conseguenza una relativa ed adeguata promozione, per cui non abbiamo mai avuto il conforto di avere dei dati che sancissero, nel bene o nel male, il suo reale valore.
Insomma, ci è rimasto un po' di amaro in bocca.
Oggi non si può certo dire che i "tempi siano maturi" per una nuova ripubblicazione, perchè maturi non sono anzi, il mercato annega in mano a numerosi distributori che pare non riescano a dividerselo fornendo un servizio decente, le fumetterie "sembrano" scomparse e di sicuro non sono riuscite nel tempo ad imporsi come alternativa valida alle edicole, i lettori sembrano allontanarsi sempre di più da questo medium, per cui il tempo è semplicemente trascorso e basta, tuttavia potrebbe essere il caso di ripubblicare, interamente o in modo parziale, l'intera serie.
Ci stiamo pensando.
Che l'Estate porti consiglio.
Voi che ne dite?
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Trovo che, come come mi è capitato di scrivere a Michele, Digitus Dei avrebbe meritato più fortuna.
RispondiEliminaE quando leggo oggi Stria, con tutto il rispetto per Simeoni, mi chiedo se un progetto come DD oggi non avrebbe trovato spazi editoriali più adeguati.
Ma con i se non si fa la storia, al massimo si fanno belle storie come fate tu e Michele :)
Marco D
Per trovare spazi adeguati ci vogliono anche Editori che ci credano, investano, promuovano...noi evidentemente non li abbiamo trovati, prova è che Michele per realizzare i due episodi successivi, voluti fortemente, aprì una sua casa editrice.
RispondiEliminaOggi non saprei, ma non mi sembra una situazione migliore.
Poi, come giustamente dici tu, con i "se" si possono tappezzare le pareti di casa, ma si finisce solo per rimanere fermi al passato.
Meglio investire su altro, non trovi?